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Goti e ai Vandali, e all’Imperatore Costante che nel visitar Roma a guisa di masnadiero tolse perfino le piastre di bronzo che coprivano il Pantheon1. Gli edifizj di Roma poteano per vero venire considerati siccome una vasta miniera, che diversi e variati materiali somministrava; il primo lavoro, quello di scavarli dalle viscere della terra, era già fatto; inoltre, i metalli già purificati e gettati in forma; i marmi segati e ridotti a pulimento; e dopo aver soddisfatto la cupidigia degli stranieri, i resti della città, se si fosse trovato un compratore, rimanevano tuttavia buone materie di vendita. Erano stati denudati de’ preziosi lor fregi i monumenti dell’Antichità, ma i Romani si mostravano propensi a demolire, eglino stessi, gli archi di trionfo e le mura, semprechè in ciò vedessero un guadagno maggiore delle spese del lavoro e del trasporto. Se Carlomagno avesse posta la residenza dell’Impero d’Occidente in Italia, lungi dal por mano agli edifizj de’ Cesari, il genio di questo Monarca avrebbe fatto che aspirasse ad esserne il restauratore; ma poichè fini politici il rattennero tra le germane foreste, non potè soddisfare l’amor suo per le Arti, che dando ultima opera alla devastazione, e trasportando i mar-

  1. Omnia quae erant in oere ad ornatum civitatis deposuit: sed et ecclesiam B. Mariae ad Martyres quae de regulis aereis cooperta discooperuit (Anastas. in Vitalian., pag. 141). Questo Greco, vile al pari che sacrilego, non ebbe nè manco il miserabile pretesto di devastare un tempio pagano, perchè il Pantheon era già divenuto una Chiesa cattolica.