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dell'impero romano cap. lxvii. 21

interne della Chiesa latina, avevano il maggior interesse ad impedire i progressi dei Turchi. Essendo l’armi il retaggio dei Sarmati e degli Sciti, parea che queste nazioni sarebbero state le più atte a sostenere simile guerra, se volto avessero contra il comune nemico le militari forze che nelle loro discordie civili si distruggevano. Ma un medesimo spirito le rendeva incapaci d’accordo e di obbedienza; troppo povero il paese, troppo debole il Monarca per armare un esercito regolare, le bande di cavalleria ungarese e polacca difettavano d’armi e di que’ sentimenti che in alcune occasioni prestavano una forza invincibile alla francese cavalleria. Pur da questa banda i disegni d’Eugenio e l’eloquenza del suo Legato, il Cardinale Giuliano, trovarono appoggio in un accordo di favorevoli circostanze1; l’unione di due corone sul capo di Ladislao2, giovane, ambizioso e guerriero; e il valor d’un eroe Giovanni Uniade, il cui nome, già famoso fra i Cristiani, era formida-

  1. Nel descrivere la Crociata dell’Ungheria mi è stato guida lo Spondano (Annal. eccles. A. D. 1443, 1444). Egli ha letti accuratamente e paragonati coll’abilità di un vero critico gli scritti de’ Greci e degli Ottomani, le Storie dell’Ungheria, della Polonia e dell’Occidente. Chiaro mostrasi ne’ racconti, e allorchè può spogliarsi dai pregiudizj religiosi, non sono da sprezzarsene le deduzioni.
  2. Ho tolta dal nome di Ladislao la lettera W, con cui lo cominciano per la maggior parte gli Storici (Wladislao), o il facciano per uniformarsi alla pronuncia polacca, o per distinguerlo dal suo rivale, l’infante Ladislao d’Austria. Callimaco (l. I, part. II, pag. 447-486), Bonfinio (Dec. III, l. IV), Spondano e Lenfant parlano diffusamente delle gare di questi due principi per conseguire il trono d’Ungheria.