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dell'impero romano cap. lxvii. |
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interne della Chiesa latina, avevano il maggior interesse ad impedire i progressi dei Turchi. Essendo l’armi il retaggio dei Sarmati e degli Sciti, parea che queste nazioni sarebbero state le più atte a sostenere simile guerra, se volto avessero contra il comune nemico le militari forze che nelle loro discordie civili si distruggevano. Ma un medesimo spirito le rendeva incapaci d’accordo e di obbedienza; troppo povero il paese, troppo debole il Monarca per armare un esercito regolare, le bande di cavalleria ungarese e polacca difettavano d’armi e di que’ sentimenti che in alcune occasioni prestavano una forza invincibile alla francese cavalleria. Pur da questa banda i disegni d’Eugenio e l’eloquenza del suo Legato, il Cardinale Giuliano, trovarono appoggio in un accordo di favorevoli circostanze1; l’unione di due corone sul capo di Ladislao2, giovane, ambizioso e guerriero; e il valor d’un eroe Giovanni Uniade, il cui nome, già famoso fra i Cristiani, era formida-
- ↑ Nel descrivere la Crociata dell’Ungheria mi è stato guida lo Spondano (Annal. eccles. A. D. 1443, 1444). Egli ha letti accuratamente e paragonati coll’abilità di un vero critico gli scritti de’ Greci e degli Ottomani, le Storie dell’Ungheria, della Polonia e dell’Occidente. Chiaro mostrasi ne’ racconti, e allorchè può spogliarsi dai pregiudizj religiosi, non sono da sprezzarsene le deduzioni.
- ↑ Ho tolta dal nome di Ladislao la lettera W, con cui lo cominciano per la maggior parte gli Storici (Wladislao), o il facciano per uniformarsi alla pronuncia polacca, o per distinguerlo dal suo rivale, l’infante Ladislao d’Austria. Callimaco (l. I, part. II, pag. 447-486), Bonfinio (Dec. III, l. IV), Spondano e Lenfant parlano diffusamente delle gare di questi due principi per conseguire il trono d’Ungheria.