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dell'impero romano cap. lxx. 263

nati alla lingua, ai costumi e al clima d’Avignone, ai magnifici loro palagi e soprattutto al vin di Borgogna. Riguardavano l’Italia, come un paese straniero e nemico; onde quando s’imbarcarono a Marsiglia, il fecero con tal ripugnanza, come se fossero stati banditi, o venduti in Terra infedele. [A. D. 1367-1370] Urbano V visse per tre anni in sicurezza e in modo onorevole nel Vaticano; vide protetta la propria dignità da una guardia di duemila uomini a cavallo, e ricevette quivi le congratulazioni del Re di Cipro, della Regina di Napoli, e degl’Imperatori d’Oriente e d’Occidente; ma ben tosto la gioia del Petrarca e degl’Italiani fece luogo al dolore e allo sdegno. Mosso da motivi di pubblica o di privata utilità, dai desiderj o proprj, o dei Cardinali, Urbano tornò in Francia, e la vicinissima elezione del suo successore vedeasi sciolta dalla tirannide patriottica de’ Romani. Però le Potenze celestiali in soccorso di questi si adoperarono; una santa pellegrina, Brigida di Svezia, che disapprovava la partenza di Urbano, gli predisse la morte. Santa Catterina da Siena, la sposa di Gesù Cristo e la messaggera de’ Fiorentini, eccitò Gregorio XI a ritornare a Roma; [A. D. 1377] e parve che gli stessi Pontefici, questi grandi fautori dell’umana credulità1, fossero persuasi delle visioni di una tal donna2. Non è però da tacersi che particolari ragioni

  1. In vece di credulità bisognava dire fede, o credenza, perchè credulità significa credenza eccessiva senza motivi di credibilità. S. Paolo scrisse rationabile obsequium vestrum. Si sa poi da quella parte d’istoria Ecclesiastica risguardante i Papi specialmente, ch’essi furono premurosissimi, per loro istituto, di tener fermi gli animi nella credenza. (Nota di N. N.).
  2. Non ho tempo di trattenermi sulle leggende di Santa