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246 | storia della decadenza |
lo stesso Rienzi non era men perplesso ed inquieto de’ suoi prigionieri: temea lo splendore dei loro nomi, il risentimento delle famiglie, l’incostanza del popolo, i rimproveri dell’Universo; laonde, dopo avere arrecato ad essi mortale oltraggio, potè entrare in lui la speranza chimerica, che, perdonando, avrebbe ottenuto a sua volta perdono; e pronunziò un’elaborata diceria assumendo il tuono di cristiano e di supplichevole; chiamando sè umile ministro dei Corpi comunali, si fece ad intercedere da questi suoi padroni la grazia de’ Nobili rei, offerendo la propria fede ed autorità, quali mallevadori della buona condotta che tenuta avrebbero per l’avvenire. „Se la clemenza de’ Romani vi fa grazia, così volse ad essi il discorso, non è egli vero che promettete di consagrare la vostra vita e le vostre sostanze alla difesa del Buono Stato?„. Soprappresi i Baroni da questa inesplicabil clemenza, risposero con una inchinazione di capo, e intantochè rinovavano il giuramento di fedeltà, giusta ogni credere, formavano voti sincerissimi di vendetta. U1n sacerdote promulgò a nome del popolo l’assoluzione loro; poi ricevettero il Pane Eucaristico in compagnia del Tribuno; indi, dopo avere assistito ad un banchetto, seguirono la processione; e per tal modo essendo
- ↑ La lettera, colla quale il Rienzi giustifica la condotta
tenuta verso i Colonna (Hocsemio, presso Du Cerceau, p. 222229),
svela al naturale un mariuolo ad un tempo ed un
pazzo (a).
(a) Trovo un concetto affatto identico nel Cantore del Ricciardetto.
„E v’è un misto di matto e di briccone.
(Nota dell’Ed.)