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dell'impero romano cap. lxix. | 213 |
in ciascun anno verrebbero eletti due Senatori rivali, perpetuando in tal guisa i mali della discordia. Le particolari nimistà di queste due Case disastrarono le città e le campagne, e la sorte si avvicendò continuamente nel favorire l’armi or di questa, or di quella. Ma niuno era morto sotto il ferro dell’altro fra gl’individui delle due famiglie, allorchè Stefano Colonna il Giovane sorprese e trucidò il più rinomato fra gli Orsini1. Non dovè Stefano il suo trionfo che alla violazione di una tregua; ma fu oltre ogni dire vile la vendetta degli Orsini che assassinarono dinanzi alla porta di una chiesa un fanciullo di Casa Colonna e due servi che lo seguivano. Il medesimo Stefano Colonna fu nominato Senatore di Roma per cinque anni, datogli un collega, che non dovea rimanere in carica più di un anno. La Musa del Petrarca abbandonandosi ai voti, o alle speranze del poeta, predisse che il figlio del suo rispettabile Eroe restituirebbe l’antica gloria a Roma e all’Italia; che la giustizia di esso sperderebbe i lupi, i leoni, i serpenti e gli orsi, tutte belve congiurate a rovesciare l’immobile e salda marmorea COLONNA2.
- ↑ Il Petrarca (t. I, p. 222-230) come partigiano de’ sentimenti dei Colonna, ha celebrata una tale vittoria; ma due autori contemporanei, l’uno di Firenze (Giovanni Villani, lib. X, c. 220), l’altro di Roma (Lodovico Monaldeschi, p. 533, 534), contraddicono l’opinione del Poeta, e si mostrano men favorevoli all’armi Colonna.
- ↑ L’abate di Sade (t. I, Notes, p. 61-66) ha applicato il sesto Sonetto del Petrarca Spirto Gentil, ec., a Stefano Colonna il Giovane.
ORSI, lupi, leoni, aquile e serpi
Ad una gran marmorea COLONNA
Fanno noja sovente ed a sè danno.