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212 | storia della decadenza |
degli Orsini provano quanto antico sia l’abuso del nepotismo. Celestino vendè, per arricchire i suoi nipoti, il dominio di S. Pietro1, e Nicolò, che sollecitò per essi regj parentadi, volea fondare a favor loro nuovi Regni nella Lombardia e nella Toscana, e farli a perpetuità padroni della carica di Senatori di Roma. Quanto abbiam detto sulla grandezza dei Colonna porta splendore sopra gli Orsini, stati mai sempre antagonisti dei Colonna, ed eguali in forze, durante la lunga querela che per due secoli e mezzo turbò la Chiesa; querela di cui fu vera cagione la gelosia della preminenza e del potere; ma per procacciare alle loro liti uno specioso pretesto, i Colonna presero il nome di Ghibellini e le parti dell’Impero, gli Orsini quello di Guelfi, e parteggiarono per la Chiesa. L’Aquila e le Chiavi sventolarono su le loro bandiere, e queste due fazioni che si scompartivano fra loro l’Italia, non si diedero mai a più violenti furori, come allor quando era stata da lungo tempo dimenticata l’origine e la natura della loro disputa2. Dopo la ritirata de’ Papi ad Avignone, si contrastarono, armata mano, il governo della Repubblica; convennero finalmente che
- ↑ Filii Ursi, quondam Celestini papae nepotes, de bonis Ecclesiae romanae ditati (Vit. Innocent. III, in Muratori, Script., t. III, p. 1). La prodigalità usata da Nicolò III a favore de’ suoi parenti apparisce anche meglio dalle Opere del Villani e del Muratori. Ciò nonostante gli Orsini avrebbero trattati con disdegno i nipoti di un Papa moderno.
- ↑ Il Muratori nella sua Diss. 51 sulla Antichità d’Italia, spiega l’origine delle fazioni de’ Guelfi e de’ Ghibellini.
ed osserva che il primo pontificato di Celestino III, Orsino, era sconosciuto.