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206 storia della decadenza

Consoli nel risorgimento della Repubblica, e trae il proprio nome dalla generosità ch’essa ebbe di frangere, dividere il suo pane col popolo in tempo di carestia, ricordanza ben più gloriosa che non è quella di avere, siccome i Corsi e i loro aderenti, racchiuso un grosso quarto della città entro il recinto delle proprie fortificazioni. I Savelli, di derivazione, a quanto sembra, sabina hanno mantenuto il lustro dell’antica loro dignità. Trovasi sulle monete de’ primi Senatori l’antico soprannome di Capizucchi; i Conti hanno conservati gli onori, non già i dominj de’ Conti di Signia; e gli Annibaldi1 debbono essere stati ben ignoranti, o modesti, se non hanno vantata dagli Eroi di Cartagine la lor discendenza.

  1. Il Cardinale di S. Giorgio, nella sua Storia poetica, o a meglio dire versificata, della elezione e coronazione di Bonifazio VIII (Muratori, Scriptor. Ital., tom. III, parte I, p. 641, ec.) ne fa conoscere lo stato di Roma e le famiglie ch’essa racchiudeva all’epoca di tale coronazione (A. D. 1295):

    Interea titulis redimiti sanguine et armis
    Illustresque viri Romana a stirpe trahentes
    Nomen in emeritos tantae virtutis honores
    Intulerant sese medios festumque colebant,
    Aurata fulgentes toga sociante caterva.
    Ex ipsis devota domus praestantis ab URSA
    Ecclesiae, vultumque gerens demissius altum
    Festa COLUMNA Jocis, nec non SABELLIA mitis;
    Stephanides senior, COMITES, ANNIBALICA proles,
    Praefectusque urbis magnum sine viribus nomen.

    (l. II, c. 5, 100, p. 647, 648)

    Gli antichi statuti di Roma distinguono undici famiglie di Baroni, che debbono prestare in consilio communi, e dinanzi al Senatore, il giuramento di non concedere asilo nè protezione ai malfattori, agli esiliati ec., giuramento che poi non osservavano.