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questo assalto tentato fuor di tempo contro il privilegiato diritto de’ Cardinali, a farlo più fermo giovò.

Se l’elezione de’ Pontefici fosse tutte le volte seguita nel Vaticano, non sarebbero stati impunemente violati i diritti del Senato e del popolo; ma i Romani lasciarono cadere in dimenticanza cotali diritti durante l’allontanamento de’ successori di Gregorio VII, che non si credettero obbligati a riguardare siccome precetto divino la residenza nella propria città, o diocesi. Men solleciti della cura particolare di questa diocesi, che del Governo universale della Chiesa, non poteano i Papi trovar dilettevole il soggiorno in una città, ove presentavansi continui impacci al loro potere, ove le loro persone a frequenti rischi vedeansi commesse. Laonde, fuggendo le persecuzioni degl’Imperatori e le guerre d’Italia, si rifuggirono, al di là dell’Alpi, nelle ospitali terre della Francia; altre volte per mettersi in sicuro contro le sedizioni di Roma, vissero e morirono in Anagni, in Perugia, in Viterbo, e nelle città circonvicine, ove trascorreano i giorni con maggiore tranquillità. Quando il gregge trovavasi offeso, o impoverito per la lontananza del Pastore, manifestava a questo in tuono imperioso, che S. Pietro avea collocata la propria Cattedra, non in un oscuro villaggio, ma nella Capitale del Mondo; lo minacciavano d’impugnar l’armi per correre a distruggere la città e gli abitanti così arditi per offerirgli ricetto. Allora i Papi obbedivan tremando;

    Vita originale di Giovanni XXII (p. 142-145), la confessione dell’Antipapa (p. 145-152) e le laboriose note del Baluzio (p. 714, 715).