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della clausura è rimasto nella sua integrità; onde il motivo della salute e il desiderio di riacquistare la libertà sono un grande impulso ai Cardinali per affrettare un tale momento. L’introduzione però dello scrutinio ha posto sopra le sorde pratiche de’ Cardinali1 uno specioso velo di riguardi di amore del prossimo e di urbanità2. In tal modo i Romani vennero privati della facoltà di eleggersi il loro Principe e Vescovo; ma in mezzo alla effervescenza della libertà che credeansi avere riconquistata, non si accorsero di perdere il più essenziale dei privilegi; privilegio che Lodovico di Baviera [A. D. 1328] (A. D. 1328) seguendo le tracce di Ottone il Grande, volle ai medesimi restituire. Dopo alcune negoziazioni coi Magistrati, assembrò i Romani3 dinanzi alla Chiesa

  1. L’ingegno del Cardinale di Retz gli dava diritto di dipingere il Conclave del 1665 al quale assistè (Mem. t. IV, p. 15-57). Ma non so in qual conto debbano tenersi il sapere e la veracità di un anonimo italiano, la cui Storia (Conclavi, in 4, 1667) è stata continuata dopo il regno di Alessandro VII. La fortuna accidentale dell’Opera offre agli ambiziosi una lezione non fatta per iscoraggiarli. Per mezzo a un intricato labirinto si arriva alla cerimonia dell’adorazione, e la pagina successiva comincia dai funerali del Candidato prescelto.
  2. Le espressioni del Cardinale di Retz sono positive e pittoresche. „Vi si stette sempre col medesimo rispetto, e colla medesima civiltà, che vengono osservati ne’ gabinetti dei Re; colla stessa gentilezza che vedeasi adoperata alla Corte di Enrico III; con quella famigliarità che appartiene ai Collegi, colla modestia addicevole ai noviziati, con quella carità, almeno in apparenza, che regnar potrebbe in mezzo a fratelli perfettamente concordi tra loro„.
  3. Richiesti per bando (così si esprime Giovanni Villa-