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partecipare di questo privilegio pose ad uno stesso livello i Vescovi, i Sacerdoti ed i Diaconi. Il Clero parrocchiale di Roma ottenne il primo grado nella gerarchia; gli Ecclesiastici de’ quali era composto, venivano presi indistintamente da tutte le nazioni della Cristianità; nè i possedimenti de’ più ricchi Benefizj e de’ Vescovadi più ragguardevoli erano incompatibili col titolo che questi Ecclesiastici ottenevano in Roma, nè cogli uffizj che quivi adempievano. I Senatori della Chiesa cattolica, i Coadiutori e i Legati del sovrano Pontefice, insigniti allora della porpora, simbolo della regia podestà, o del martirio, si pretendevano eguali ai Re; nè, fino ai giorni di Leone X, avendo ecceduto di numero i venti, o i venticinque, questa scarsezza rialzava sempre più la lor dignità. Per questo saggio provvedimento, dissipati gli scandali e le incertezze, rimase sì compiutamente troncata la radice dello scisma, che in un intervallo di sei secoli venne solo una volta il caso di duplice elezione. Accadde però che ad ogni elezione abbisognando due terzi de’ suffragi, l’interesse e le passioni de’ Cardinali spesse volte la differissero; intervallo di regno independente per essi che lasciava troppo a lungo la Cristianità priva di Capo. [A. D. 1274] Di fatto correano tre anni di sede vacante, allorchè i suffragi si unirono a favore di Gregorio X, il quale volle togliere un sì fatto abuso per l’avvenire (A. D. 1274)1

    tato e determinato al numero di settantadue individui, onde raffigurasse, sotto l’autorità del Vicario di Gesù Cristo, il numero de’ suoi discepoli.

  1. V. la Bolla di Gregorio X (Approbante sacro Concilio nel SESTO della legge canonica, l. I, t. 6, c. 3) vale