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storia della decadenza |
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Capitale. 1. Il monte Capitolino, uno de’ Sette Colli di Roma1, è lungo circa quattrocento verghe, largo dugento. Una salita di cento passi conduce alla sommità della rocca Tarpea; salita che era assai più ardua, prima che le rovine degli edifizj ne avessero addolcito il pendio e colmati i precipizj. Fin dai primi secoli, il Campidoglio servì ad uso di tempio durante la pace, di Fortezza nelle stagioni di guerra; i Romani vi sostennero un assedio contro i Galli divenuti padroni della città; ne’ tempi delle guerre civili tra Vitellio e Vespasiano2, questo Santuario dell’Impero fu preso e dato alle fiamme. All’epoca istorica cui son pervenuto, i tempj di Giove e delle Divinità che gli facean corteggio, aveano dato luogo a monasterj e ad edifizj d’altra natura; distrutti intanto, o danneggiati dal tempo vedeansi il grosso muro e i lunghi portici che si scorgevano un giorno sul pendio della collina. Il primo uso che fecero i Romani di lor libertà, fu di fortificare nuovamente il Campidoglio al quale non per questo restituirono l’antica bellezza. Ivi posero la loro armeria, ivi teneano i consigli; e senza dubbio non potevano ascenderlo senza che i cuori i più freddi s’infiammassero alla rimembranza dei loro antenati. 2. I primi Cesari avevano il diritto privilegiato di far battere le monete d’oro e d’argento; cedettero al Senato quello
- ↑ Dopo lunghe dispute fra gli Antiquarj di Roma, sembra cosa oggidì convenuta, che la cima del monte Capitolino, presso al fiume, sia il mons Tarpeius, l’Arx, e che sull’altra sommità, la chiesa e il convento di Aracoeli, occupati dai Franciscani Scalzi, tengano il luogo ove fu un giorno il tempio di Giove (Nardini, Roma antica, l. V, c. 11-16).
- ↑ Tacit., Hist. III, 69, 70.