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pera del pregiudizio o dell’interesse è di frequente sconcertata dai moti indomabili delle passioni. Il Selvaggio che taglia l’albero per coglierne il frutto1, l’Arabo che spoglia le carovane de’ commercianti, sono animati dallo stesso impulso di una natura ancor rozza, che pensa al presente, non curandosi dell’avvenire, e sagrifica a momentanei diletti il lungo e tranquillo possedimento di più rilevanti vantaggi. In questa guisa, gli sconsigliati Romani profanarono la vigna di S. Pietro, rubarono le offerte de’ Fedeli, offesero i pellegrini, senza calcolare il numero e il valore dei pellegrinaggi che il lor ladroneccio sacrilego interrompea. Anche l’influsso della superstizione è precario e variabile, e spesso l’avarizia, o l’orgoglio degli altri, diedero allo schiavo quella libertà che la sua soggiogata ragione non gli potea procurare. Gli oracoli de’ preti2 possono impa-

  1. „Allorchè i Selvaggi della Luisiana vogliono cogliere il frutto, tagliano il tronco, e dalla pianta atterrata lo svelgono. Ecco qual è il governo dispotico„ (Esprit de Lois, lib. V, cap. 13). Le passioni e l’ignoranza sono sempre dispotiche.
  2. Gli oracoli de’ preti (così non bene denominando l’Autore le decisioni ecclesiastiche) non sono in sostanza, se rettamente dati, che cose derivanti più o meno direttamente dalle Sacre Scritture, o da queste dedotte, e definite coll’autorità de’ Concilj, de’ SS. Padri e de’ Papi, e quindi il buon cattolico che crede alle Sacre Scritture, ed ai giudizj di quelle autorità, riceve per mezzo de’ preti spiegazioni, istruzioni e precetti, giacchè i laici o non vogliono, o non possono istruirsi su i libri anzidetti. Se poi si abusò per ignoranza o per arte, cagionando in tempi d’ignoranza e di fanatismo mali grandissimi, ciò è da condannarsi. (Nota di N. N.)