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138 | storia della decadenza |
distanza dalla città, riceveano gli omaggi del Clero e del popolo che correano ad essi incontro con Croci e rami d’olivo; le immagini de’ lupi, de’ lioni, dei draghi e dell’aquile, tutti questi terribili emblemi che sventolar vedeansi sulle bandiere, ricordavano le legioni e le Coorti che in altri tempi aveano combattuto per la Repubblica. L’Imperatore giurava tre volte di mantenere la libertà di Roma; la prima volta al ponte Milvio, un’altra alla porta della città, e finalmente sulla gradinata del Vaticano; indi le largizioni d’uso imitavano debolmente la magnificenza de’ primi Cesari. Dal successore di S. Pietro, e nel tempio di questo Appostolo, l’Imperatore veniva coronato; i sacri cantici si confondevano colle voci del popolo, il cui consenso manifestavasi con queste acclamazioni: „Vittoria e lunga vita al Papa nostro Sovrano! Vittoria e lunga vita all’Imperatore nostro Sovrano! Vittoria e lunga vita ai soldati romani e teutonici!„1 I nomi di Cesare e d’Augusto, le leggi di Costantino e di Giustiniano, l’esempio di Carlomagno e d’Ottone, confermavano la suprema dominazione degl’Imperatori; veniano scolpiti i loro titoli e le loro immagini sulle monete del Pa
- ↑ Exercitui romano et teutonico! Si scorgea di fatto la realtà dell’esercito degli Alemanni, ma quanto chiamavasi esercito romano, non era più che magni nominis umbra.
Imperatori alemanni, soprattutto di quelli dell’undicesimo secolo, sono il Muratori, che si tiene ai monumenti originali (Antiquit. ital. medii aevi, t. I, Dissert. 6, p. 99, ec.) e il Cenni (Monument. domin. pontific., tom. II, Dissert. 6, p. 261). Non conosco quest’ultimo che per le compilazioni fattene dallo Schmidt (Storia degli Alemanni, tom. III, p. 225-266).