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dell'impero romano cap. lx 85

l’Ippodromo collocate. Vedeansi questi in piedi sul loro carro nella postura di correre ancora alla lizza; e gli spettatori, ammirandone l’attegiamento, poteano giudicare della somiglianza fra le statue e gli originali. Le più preziose fra queste immagini erano state, giusta ogni apparenza, trasportate dallo stadio olimpico. II. La sfinge, il cavallo marino, e il coccodrillo, si annunziavano, per sè medesimi, lavori egiziani e prede fatte in Egitto. III. La lupa che allattò Romolo e Remo, soggetto egualmente piacevole ai Romani antichi e moderni, non potea però essere stato trattato, prima del declinare della greca scoltura. IV. Un’aquila che tenea fra gli artigli e straziava un serpente, monumento particolare alla città di Bisanzo, veniva dai Greci attribuito alla potenza magica del filosofo Apollonio, che, giusta la lor tradizione, adoperò questo talismano per liberare da velenosi rettili la città. V. Un asino e il suo conduttore, monumento posto da Augusto nella sua colonia di Nicopoli, rammemorava il presagio che aveva annunziata la vittoria di Azio al dominatore del Mondo. VI. Una statua equestre rappresentava giusta la credenza del popolo, il capitano degli Ebrei, Giosuè, nel momento di stendere il braccio per fermare il corso del sole; ma una più classica tradizione soccorreva a scorgere in questo gruppo, Bellerofonte e il caval Pegaseo: e di fatto il libero atteggiamento del corridore, lo mostrava più inclinato a spingersi nell’aere, che a camminare per terra. VII. Un obelisco di forma quadrata, colle sue superficie scolpite in rilievo, offeriva una varietà di scene pittoresche e campestri; augelli che cantavano; villani intenti alle rustiche loro fatiche, o in atto di sonare