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78 storia della decadenza

decreto1, e che i vincitori lo rispettassero. La dissolutezza e la crudeltà trovarono un freno nell’autorità de’ Capi ed anche ne’ sentimenti naturali de’ soldati. Questi per ultimo non erano più i Selvaggi del Settentrione, e comunque feroci in quella età potessero ancora sembrar gli Europei, il tempo, la politica e la religione aveano le costumanze de’ Francesi e soprattutto degli Italiani addolcite. Ma la loro avarizia ebbe libero campo a disbramarsi nel saccheggio di Costantinopoli, senza riguardo che corresse allora la Settimana Santa. Tutte le ricchezze pubbliche e private appartenevano ai Latini pel diritto di guerra, non temperato in tal circostanza da veruna promessa o Trattato; e ciascun braccio giusta la propria potestà e forza, aveva eguale facoltà per eseguire la sentenza, o appropiarsi le cose in confiscazione cadute. L’oro e l’argento, monetati e non monetati, somministravano materia di universale baratto; ed essendo cose portatili, ciascuno poteva, o nel medesimo luogo, o altrove, convertirle nella guisa al suo stato e al suo carattere meglio addicevole. Fra le ricchezze che il lusso e il commercio avevano accumulate nella capitale, i drappi di seta, i velluti, le pellicce, e gli aromi, erano le più preziose, perchè nelle parti meno ingentilite dell’Europa il danaro stesso non le potea procacciare. Fu prescritto un ordine da serbarsi nel saccheggio; nè lasciavasi al caso, o alla destrezza

  1. Niceta salvò, indi sposò una nobile vergine, che un soldato, επι μαρτυτι πολλοις ονηδον επιβρωμωμενος, lascivamente smanioso in faccia a molti testimonj, quasi violò senza riguardo a εντολαι, ενταλματα ευ γεγονοτων, alle massime od ai precetti delle persone ben nate.