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72 storia della decadenza

tello del Conte di Fiandra, respinse in una sortita notturna l’Imperator greco, che avendo per sè il vantaggio del numero e della sorpresa fatta al nemico, tanto maggior vergogna dalla sconfitta ritrasse. Si trovarono sul campo di battaglia lo scudo di Murzuflo e lo stendardo imperiale, che presentando una immagine miracolosa della Vergine, venne di poi come trofeo e come reliquia consegnato nelle mani de’ monaci di Citeaux, discepoli di S. Bernardo1. Circa tre mesi trascorsero in apparecchi e scaramucce, che l’esser tempo di quaresima non sospese, senza che i Latini pensassero a venire ad un assalto generale. La città era stata conosciuta inespugnabile dal lato di terra. I piloti veneziani rimostravano che non essendovi luogo sicuro per gettar le ancore verso le rive della Propontide, la corrente avrebbe potuto trascinar le navi fino allo stretto dell’Ellesponto, difficoltà che oltre modo piaceano ad una parte di que’ pellegrini, desiderosi di un pretesto per abbandonare l’armata. Ciò nullameno un assalto fu risoluto dalla banda del porto; assalto cui si aspettavano gli assediati; laonde l’Imperatore avea

    flotta (Gesta, c. 92, p. 534-535): il Villehardouin (n. 113-115) non accenna che il primo. È cosa degna d’osservazione che nessuno di questi guerrieri si ferma a descrivere qualche particolare proprietà del fuoco greco.

  1. Il Ducange (n. 119) ne inonda di un torrente di erudizione intorno al gonfalone imperiale. Ella è cosa singolare che questa bandiera della Madonna è parimente un trofeo e una reliquia che fanno vedere i Veneziani. Se essi possedono la vera, convien dire che il pietoso Dandolo abbia ingannati i monaci di Citeaux.