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dell'impero romano cap. lx 57

diversi furono d’opinione, preferendo ognun d’essi quel genere di battaglia in cui avea maggiore esperienza. I Veneziani, nè a torto, sostenevano essere Costantinopoli più accessibile dal lato del mare e del porto; ma i Francesi poteano, senza vergognarsene, protestare che bastantemente cimentato avevano le loro vite e fortune entro un naviglio e sopra un infido elemento; laonde chiesero ad alta voce prove degne della cavalleria, fermo terreno, e combattimenti a tu per tu, fossero poi a piedi o a cavallo. Prudentemente convennesi nell’adoperare le due nazioni in quel servigio che meglio fosse a ciascuna di esse addicevole. Protetta dalla flotta l’armata, si condusse fino al fondo del porto, avutasi diligente cura di restaurare il ponte di pietra posto sul fiume: e i sei spartimenti de’ Francesi accamparono rimpetto alla capitale sulla base del triangolo che tiene quattro miglia dal Ponto alla Propontide1. Situati in riva ad una fossa larga e profonda, e a piè d’un altissimo baloardo, ebbero tutto l’agio di meditare la difficoltà dell’impresa. Dalle porte della città uscivano continuamente, a destra e sinistra del loro picciolo campo, drappelli di cavalleria e di fanteria leggiera che trucidavano i soldati lontani dagli altri, devastavano la campagna per affamar gli assedianti, costrin-

  1. Regolandomi colle piante più esatte di Costantinopoli, non posso ammettere un’estensione maggiore di quattromila passi; nondimeno il Villehardouin (n. 86) la fa di tre leghe. Se i suoi occhi non lo hanno ingannato, è duopo credere che ei contasse a leghe degli antichi Galli, di mille cinquecento passi l’una, colle quali forse anche oggidì si regolano le misure de’ terreni nella Sciampagna.