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488 storia della decadenza

un privato. Lungi dal suo paese, egli è meno esposto agli umilianti nomi di schiavo e di apostata, e la considerazione che si guadagna presso i nuovi associati, può a grado a grado ricondurlo a ben pensare di sè medesimo. Bessarione, che in premio della sua docilità aveva ottenuta la porpora ecclesiastica, pose dimora in Italia; e il Cardinale greco, patriarca titolare di Costantinopoli, fu riguardato a Roma come il Capo e protettore della sua nazione1. Fece valere il suo ingegno nelle Legazioni di Bologna, di Venezia, della Francia e dell’Alemagna, e in un Conclave fu per alcuni momenti disegnato a salire la cattedra di S. Pietro2. Gli onori ecclesiastici avendo giovato a farne spiccare di più il merito e l’ingegno letterario, il suo palagio videsi trasformato in una scuola, nè accadea che il Cardinale si trasferisse al Vaticano senza che lo seguisse un numeroso stuolo di discepoli dell’una e dell’altra nazione3, e di dotti, i quali col gloriarsi di un tale maestro, vie meglio meritavano dal pubblico, divenuti eglino pure autori

  1. V. in Hody l’articolo di Bessarione (pag. 136-177), Teodoro Gaza, Giorgio da Trebisonda, e gli altri Maestri greci da me nominati, od omessi, si vedono citati ne’ diversi capitoli di questo dotto Scrittore. V. anche Tiraboschi nella I e II parte del suo sesto tomo.
  2. I Cardinali picchiarono alla porta di Bessarione, ma il suo conclavista ricusò di aprire per non distoglierlo da’ suoi studj. Ah! Nicolò, diss’egli, poichè lo seppe, il tuo rispetto mi ha fatto perdere la tiara, e a te un cappello di Cardinale.
  3. Eran fra questi Giorgio da Trebisonda, Teodoro Gaza, Argiropolo e Andronico da Tessalonica, Filelfo, Poggio, Biondi, Nicolai, Perotti, Valla, Campano, Platina ec. Viri (dice Hody, collo zelo di uno scolaro) nullo oevo perituri (p. 137).