Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/489


dell'impero romano cap. lxvi. 485

scita sì nobile, a quanto credeasi, che i maggiori di lui aveano abbandonata Roma per seguire il Gran Costantino. Dopo avere visitate le Corti di Francia, e d’Inghilterra, ove ottenne alcuni soccorsi e molte promesse, venne sollecitato a sostenere pubblicamente gli uffizj di Professore, secondo invito fatto a un Greco, di cui parimente Firenze ebbe il merito. Crisoloras, versato del pari nelle lingue greca e latina, meritò i riguardi per lui avutisi dalla Repubblica, e le speranze ne oltrepassò. Discepoli d’ogni età e di ogni condizione alla sua scuola accorrevano, e uno fra questi compose una Storia generale, in cui rendea conto de’ motivi degli studj impresi e degli ottenuti successi. „In quel tempo, dice Leonardo Aretino1, io studiava la Giurisprudenza, ma ardendo l’animo mio per l’amor delle Lettere, io dava alcune ore allo studio della Logica e della Rettorica. All’arrivo di Manuele stetti perplesso, se avrei abbandonato lo studio delle leggi, o se avrei lasciata sfuggire la preziosa occasione che mi si offeriva, instituendo nel bollore dalla mia giovinezza questi ragionamenti

    Hody (p. 12-54) e Tiraboschi (t. VII, pag. 113-118). La vera data dell’arrivo di questo dotto in Italia, si contiene fra il 1390 e il 1400, nè ha d’altra epoca sicura che il regno di Bonifazio IX.

  1. Cinque o sei cittadini nativi di Arezzo, hanno preso successivamente il nome di Aretino; il più celebre e il men degno di esserlo, visse nel secolo XVI. Leonardo Bruni l’Aretino, discepolo di Crisoloras, fu dotto nelle lingue, oratore, storico, segretario di quattro Pontefici e cancelliere della Repubblica di Firenze, ove morì nel 1444, in età di settantacinque anni (Fabr., Bibl. medii aevi, t. I, pag. 190 ec.; Tiraboschi, t. VII, p. 33-38).