Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/473


dell'impero romano cap. lxvi. 469

coi Latini. Il Sinodo di Basilea, che per vero dire il Pontefice romano chiamava un’Assemblea di demonj, lo pronunziò colpevole di simonia, di spergiuro, di tirannide, d’eresia e di scisma1; incorreggibile ne’ suoi vizj, e indegno di sostenere verun uffizio ecclesiastico. [A. D. 1438] Il Sinodo di Firenze intanto lo riveriva come Vicario legittimo e sacro di Gesù Cristo, come l’uomo di cui la pietà e la virtù, dopo una separazione di sei secoli, aveano riuniti i Cattolici dell’Oriente e dell’Occidente in un sol gregge, e sotto un solo Pastore. L’atto di Unione venne sottoscritto dal Papa, dall’Imperatore e dai primarj membri delle due Chiese, non eccetto que’ medesimi, i quali, come Siropolo, erano stati privi del diritto di dar voto2. Sembrava che due copie di simile atto, una per l’Oriente, l’altra per l’Occidente bastassero. Ma Eugenio ne fece copiare e sottoscrivere quattro, onde moltiplicare i monumenti della riportata vittoria3. Ai sei di luglio, giornata me-

  1. Le Vite de’ Papi raccolte dal Muratori (t. III, part. II, t. XXV) ne rappresentano Eugenio IV, come un Pontefice di costumi illibati ed anche esemplari. Se osserveremo però in quale arduo stato egli si trovasse, avendo vôlti in se gli sguardi di tutto il Mondo e di tanti nemici, vedremo in ciò un motivo, che lo costringeva ad essere molto circospetto.
  2. Siropolo credè minore obbrobrio l’assistere alla cerimonia dell’Unione che sottoscriverne l’atto; ma poi fu obbligato a far l’uno e l’altro, e adduce cattive scuse per difendere la sua obbedienza ai comandi dell’Imperatore, p. 290-292.
  3. Non v’è più oggi giorno alcuno di questi atti originali dell’Unione. Di dieci manoscritti, cinque de’ quali si conservano a Roma, gli altri a Firenze, Bologna, Venezia, Parigi e Londra, nove sono stati assoggettati all’esame di un Critico abile, il sig. Bréquigny, che li ricusa a motivo della diffe-