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dell'impero romano cap. lxvi. 467

il difensore della Chiesa greca e ortodossa1. Fu fatta prova di mettere in iscritto il Trattato di unione con que’ termini che potessero soddisfare i Latini, nè soverchiamente umiliare i Greci; ma comunque si pesassero le parole e le sillabe, la bilancia inclinò qualche poco in favore del Vaticano. Si stabilì (e qui domando attenzione dal leggitore) che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, come da un stesso principio o da una stessa sostanza; che procede dal Figlio essendo della stessa natura e della stessa sostanza, e che procede dal Padre e dal Figlio per una spirazione e per una produzione. Gli articoli de’ preliminari di questo Trattato saranno stati intesi più facilmente. Eugenio si obbligava coi Greci a pagare tutte le spese del loro ritorno, a mantenere sempre due galee e trecento soldati in difesa di Costantinopoli, a mandar loro dieci galee per un anno o venti per sei mesi, qualunque volta ne venisse richiesto, a sollecitare in un momento di grave pericolo i soccorsi de’ Principi dell’Europa, e a mandare all’áncora nel porto di Bisanzo tutt’i vascelli che trasporterebbero pellegrini a Gerusalemme.

[A. D. 1438] Nello stesso anno, e quasi nel medesimo giorno,

  1. Io mi dimenticava d’un altro dissenziente(*) d’un grado meno sublime ma ortodosso oltre ogni dire, il cane favorito di Paleologo, che solito a star sempre tranquillo sui gradini del trono abbaiò furiosamente, sinchè durò la lettura del Trattato d’unione, e vano fu l’accarezzarlo e il flagellarlo per ridarlo al silenzio (Syropulus, p. 265-267).
    (*) Un accidente non doveva porgere soggetto di spargere il ridicolo sulla lettura del Decretum unionis etc. del Concilio generale di Firenze: se poi l’unione dei Vescovi greci coi latini non fu sincera, com’è vero, e come ri-