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dell'impero romano cap. lx 43

porto ne difendeva, sbarcati i loro cavalli, le loro truppe, le loro macchine da guerra, costrinsero nel quinto giorno la città ad arrendersi a discrezione. Gli abitanti ebbero salve la vite, ma per punirli d’aver ribellato, vennero saccheggiate le loro case, spianate le mura della città. Innoltrata essendo la stagione, i confederati risolvettero scegliere un porto sicuro in fertile paese, per ivi trascorrere il verno tranquillamente: ma ne turbaron la quiete le nimistà di nazione surte fra i soldati e i marinai, e le frequenti lotte che da queste nimistà conseguivano. La conquista di Zara era stata origine di discordie e di scandali. Spiacea che la prima fazione de’ confederati, non di sangue infedele, ma del sangue medesimo de’ Cristiani, avesse lordate le loro armi; lo stesso Re di Ungheria e i suoi nuovi sudditi fra i campioni della Croce si noveravano; il timore o la incostanza aumentava gli scrupoli de’ devoti. Il Pontefice avea scomunicati diversi spergiuri Crociati che saccheggiavano e trucidavano i lor fratelli1: anatema che risparmiò solamente il Marchese Bonifazio e Simone di Montfort, l’un d’essi, perchè non si era trovato all’assedio, l’altro pel merito di avere abbandonata del tutto la lega. Innocenzo avrebbe perdonato di buon grado ai semplici e docili penitenti francesi, ma a maggiore sdegno lo concitava l’ostinata ragione de’ Veneziani, che ricusando di confessare le loro colpe, non sapean che farsi di perdono,

    p. 536-558) unisce fatti e testimonianze, oltre ogni dire, sfavorevoli ai conquistatori di Zara.

  1. V. tutta la transazione e i sentimenti del Papa nelle Epistole di Innocenzo III, Gesta, c. 86, 87, 88.