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dell'impero romano cap. lxvi. | 461 |
potè far risolvere i Greci ad aprire il primo parlamento; ma con estrema ripugnanza acconsentirono a seguire a Firenze il Sinodo fuggitivo; espediente però inevitabile, perchè e la peste dominava in Ferrara, e la fedeltà del Marchese era divenuta sospetta, e le truppe del Duca di Milano si avvicinavano alla città. Che anzi tenendo queste la Romagna, sol con molta fatica e pericoli, il Papa, l’Imperatore e i Prelati si apersero un varco per mezzo ai men frequentati sentieri dell’Apennino1.
[A. D. 1438-1439] Ma la politica e il tempo avendo superati tutti gli ostacoli, la violenza stessa de’ Padri di Basilea giovò ai buoni successi di Eugenio. Le nazioni dell’Europa essendo venute a detestare lo scisma, rifiutarono l’elezione di Felice V, successivamente Duca di Savoia, eremita, e Papa. I più poderosi Principi si avvicinarono al rivale dell’escluso Pontefice, passando a grado dalla neutralità ad una sincera affezione. I Legati, seguìti da alcuni spettabili membri, si volsero ai Padri romani, che vedeano tuttodì crescere il proprio numero, e l’opinione del Pubblico in loro favore. Il Concilio di Basilea trovavasi ridotto a trentanove Vescovi e trecento membri del clero inferiore2, intanto che i Latini di Firenze univano alla persona del Pontefice
- ↑ Trovasi una relazione chiara ed esatta delle guerre d’Italia nel quarto volume degli Annali del Muratori. Sembra che lo scismatico Siropolo (p. 145) abbia esagerato il temere e il correre a precipizio del Papa, allorchè si ritirò da Ferrara a Firenze. Gli atti provano che fu assai tranquilla, e convenevolmente eseguita una tale ritirata.
- ↑ Siropolo novera fino a settecento Prelati nel Concilio di Basilea; ma l’errore è palpabile e fors’anche volontario. Nè gli ecclesiastici di tutte le classi che furono presenti al Con-