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della Chiesa, s’imbarcò sopra otto navigli instrutti di vele e remi, che governarono verso lo stretto di Gallipoli nell’Arcipelago, passando poscia nel golfo Adriatico1.

[A. D. 1438] Dopo una lunga e molesta navigazione di settantasette giorni, questa religiosa squadra avendo gettata l’áncora innanzi Venezia, trovò tale accoglienza, che la gioia e lo splendore di questa repubblica fe’ manifesti. Sovrano del Mondo, il modesto Augusto non avea mai richiesti ai suoi sudditi gli onori di cui gl’independenti Veneti largheggiarono a questo debole successore d’Augusto. Dall’alto di un trono collocato sulla poppa della sua nave, Paleologo ricevè la visita, o per parlare alla greca, le adorazioni del Doge e de’ Senatori2, che vennero entro il Bucintoro, seguìto da dodici ben fornite galee. Vedeasi coperto il mare d’innumerabili gondole, quali d’esse per servire alla pompa dello spettacolo, quali al piacere de’ circostanti; di musicali suoni, e dello strepito delle acclamazioni l’aere rintronava: splendeano di seta e d’oro le vesti de’ marinai e gli stessi na-

  1. Senza obbligarmi a citare Siropolo ad ogni fatto particolare, osserverò che la navigazione de’ Greci da Costantinopoli sino a Venezia e Ferrara, trovasi nella sua quarta Sezione (p. 67-100), e che questo Istorico possede il raro merito di mettere ciascuna scena innanzi gli occhi de’ suoi leggitori.
  2. Nel tempo del Sinodo, Franza si trovava nel Peloponneso; ma il despota Demetrio gli fece un esatto racconto del modo onorevole con cui l’Imperatore ed il Patriarca vennero accolti a Venezia e a Ferrara (Dux..... sedentem Imperatorem adorat). I Latini ne parlano dando minore importanza alle cose.