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oro e d’argento nel tesoro di S. Marco deposero; ma un sì generoso sagrifizio non era ancora bastante, e ad onta di tanti sforzi a compiere la pattuita somma trentaquattromila marchi ancora mancavano.

La politica e l’amor patrio del Doge tolsero di mezzo l’ostacolo. Ei fece ai Baroni il partito di unirsi ai suoi concittadini per ridurre alcune città ribellanti della Dalmazia; al qual patto promise condursi in persona a combattere sulle coste della Palestina, e ottenere inoltre dalla Repubblica che, quanto al rimanente debito de’ Crociati, aspettasse ad ottenerne il pagamento l’istante, in cui qualche ricca conquista ne porgesse ai medesimi i modi. Non poco titubarono, mossi anche da riguardi di coscienza, i Francesi; ma anzichè rinunziare all’impresa, finalmente a questo partito si accomodarono. I primi atti ostili della flotta, furono contro Zara1, città forte sulle coste della Schiavonia, che sottrattasi ai Veneziani, sotto la protezione del Re ungarese erasi posta2. Rotta la catena, o sbarra che il

  1. Indera, oggidì Zara, colonia romana che riconosce Augusto per suo fondatore, ai dì nostri ha un circuito di due miglia, e contiene fra i cinque e i seimila abitanti; ottimamente fortificata, un ponte la congiunge alla terra ferma (V. i viaggi di Spon e di Wheeler, viaggi di Dalmazia, di Grecia, ec. t. I, p. 64-70; viaggio in Grecia p. 8-14). L’ultimo di questi viaggiatori, confondendo Sestertia e Sestertii, valuta dodici lire sterline un arco di trionfo decorato di colonne e di statue. Se a que’ giorni non v’erano alberi nei dintorni di Zara, convien dire che quegli abitanti non avessero ancora pensato a piantare i ciliegi, dai quali oggidì si ritrae il famoso maraschino di Zara.
  2. Il Katona (Hist. crit. reg. Hungar. Stirpis Arpad. t. IV,