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dell'impero romano cap. lxvi. 449

poli, a congiungersi ad un’Assemblea onorata dalla confidenza delle nazioni dell’Occidente; proposta, dall’accettar la quale lontano non mostravasi Paleologo, i cui Ambasciatori vennero onorevolmente accolti dal Senato cattolico. Sol la scelta del luogo sembrò ostacolo insuperabile per ostinazione de’ Greci, i quali ricusando di attraversare le Alpi, o il mar di Sicilia, fermi mostravansi nel pretendere che il Concilio si adunasse in qualche città dell’Italia, o posta nelle vicinanze del Danubio. Minori difficoltà s’incontravano su gli altri punti di una tale negoziazione: già erasi d’accordo su quello di pagare le spese del viaggio all’Imperatore greco, che sarebbesi trasferito, accompagnato da settecento persone1, al luogo del Concilio, di sborsargli, all’atto dell’arrivo, una somma di ottomila ducati2 da poter egli impiegare in soccorso del suo Clero, e di concedergli in oltre, intantochè si allontanava dalla sua Capitale, un sussidio di diecimila ducati, di trecento arcieri e di alcune galee per difenderla dal nemico. Sbor-

  1. Syropulus, p. 19. Da questo computo sembra essersi esagerato dai Greci il numero de’ laici e degli ecclesiastici che seguirono di fatto l’Imperatore e il Patriarca; ma il grande Ecclesiarca non ne offre un conto esatto. I settantacinquemila fiorini che in questa negoziazione i Greci chiedevano al Papa (p. 9), erano una somma superiore ai loro bisogni e che sperar non potevano di ottenere.
  2. Mi valgo indifferentemente delle voci ducati, o fiorini; i primi ricevono la loro denominazione dai Duchi di Milano, i secondi dalla repubblica di Firenze. Queste monete, le prime d’oro che si coniassero in Italia, e forse nel Mondo latino, possono, rispetto al peso e al valore, venir paragonate ad un terzo di ghinea d’Inghilterra.