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434 | storia della decadenza |
scuratezza il Papa di Roma, accusò Manuele di poco rispetto all’immagine di Gesù Cristo, esortando i Principi italiani ad abbandonare un pertinace scismatico1.
[A. D. 1402] In tempo delle Crociate i Greci aveano considerato con terrore e sorpresa eguali il corso delle migrazioni che continue erano dai paesi per loro incogniti dell’Occidente. Le peregrinazioni degli ultimi Imperatori, avendo squarciato questo velo di separazione, impararono a conoscere meglio le poderose nazioni dell’Europa, nè più osarono insultarle colla denominazione di barbare. Uno Storico greco di quel secolo2 ha conservate le considerazioni fatte dal Principe Manuele, e dai più curiosi osservatori che lo accompagnarono. Ho raccolte queste sparse idee per offrirle in compendio ai miei leggitori, ai quali forse non dispiacerà il vedere questo grossolano ab-
- ↑ Questo fatto viene raccontato nella Historia politica (A. D. 1391-1478), pubblicata da Martino Crusio (Turco-Graecia, p. 1-43). L’immagine di Cristo, alla quale l’Imperator greco ricusò omaggio, era forse un lavoro di scoltura.
- ↑ Leonico Calcocondila termina col cominciar del verno del 1463 la Storia de’ Greci e degli Ottomani; e l’affrettata conclusione della medesima ne dà a supporre che in quello stesso anno lo Storico tralasciasse di scrivere. Sappiamo che egli era di Atene, e che alcuni contemporanei dello stesso cognome assai giovarono al rinascimento dell’idioma greco in Italia. Ma questo Scrittore, nelle lunghe sue digressioni, ha avuta mai sempre la modestia di non parlar di sè stesso. Leunclavio, editore, e Fabrizio (Bibl. graec., tom. VI, p. 474), sembrano ignorare del tutto lo stato di lui e la Storia della sua vita. Quanto alle sue descrizioni dell’Alemagna, della Francia e dell’Inghilterra, V. l. II, p. 36, 37, 44-50.