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di lucido intervallo, ricadendo subito nello stato di frenesia, o di stupidezza. Il Duca d’Orleans, fratello del Re, e il Duca di Borgogna, suo zio, s’impadronivano a vicenda delle redini del governo, fatal concorrenza, da cui nacque ben presto la guerra civile. Il primo di questi due Principi, giovine e d’indole ardente, si abbandonava con impeto alla sua passione che il traeva alle donne e ai piaceri. Avrebbe potuto più giovare a Manuele il secondo; del quale era figlio Giovanni, conte di Nevers, liberato di recente dalla sua cattività presso i Turchi, e giovine intrepido che avrebbe di buon grado affrontati nuovi pericoli per cancellar questa taccia; ma più prudente il padre si era prefisso di starsene alle spese e ai pericoli della prima esperienza. [A. D. 1400] Soddisfatta che ebbe Manuele la sua curiosità, e stancata fors’anche la pazienza dei Francesi, risolvè d’andarsene in Inghilterra. Nel trasferirsi da Douvres a Londra, ebbe onorevole accoglimento del Priore e dei monaci di S. Agostino di Cantorbery. A Blackheath, trovò il Re Enrico IV, che accompagnato da tutta la sua Corte, si portò a salutare il greco Eroe, così dice il nostro vecchio Storico, del quale trascrivo esattamente le espressioni, e per più giorni ricevè a Londra tale trattamento, quale all’Imperator d’Oriente addiceasi1. Ma l’Inghilterra era

  1. Il dottore Hody ha tolto da un manoscritto di Lambeth (De Graecis illustribus) una nota che si riferisce al soggiorno di Manuele nell’Inghilterra. Imperator, diu variisque et horrendis paganorum insultibus coarctatus, ut pro eisdem resistentiam triumphalem perquireret, Anglorum regem visitare decrevit etc. Rex (dice il Walsingham p. 364) nobili apparatu.... suscepit (ut decuit) tantum Heroa; duxitque Londonias, et per multos dies exhibuit gloriose,