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416 storia della decadenza


CAPITOLO LXVI.

Sollecitazioni degl'Imperatori d'Oriente appo i Pontefici. Viaggi di Giovanni Paleologo I, di Manuele e di Giovanni II alle Corti dell'Occidente. Unione delle Chiese greca e latina proposta nel Concilio di Basilea ed eseguita a Ferrara e a Firenze. Stato della letteratura a Costantinopoli. Suo rinascimento in Italia, ove i Greci fuggiaschi la trasportarono. Curiosità ed emulazione de' Latini.

[A. D. 1339] Durante i quattro ultimi secoli dell’Impero, i contrassegni or di considerazione, or di nimistà che verso il Pontefice i greci Principi manifestarono, potrebbero riguardarsi come il termometro delle loro angustie, o della loro prosperità, dell’innalzamento, o della caduta delle barbare dinastie. Allorchè i Turchi Selgiucidi, invadendo l’Asia, minacciarono Costantinopoli, abbiamo veduto gli Ambasciatori d’Alessio implorare al Concilio di Piacenza la protezione del Padre comune de’ Cristiani. Non appena i pellegrini francesi ebbero respinto ad Iconium il Sultano di Nicea, gl’Imperatori di Bisanzo riassunsero, o dal dissimularlo si stettero, il loro astio e connaturale disprezzo verso gli scismatici dell’Occidente: imprudenza che la caduta del loro Impero affrettò. Il tuono mansueto ed affettuoso di Vatace contrassegna l’epoca dell’invasione de’ Mongulli. Dopo la presa di Costantinopoli, e fazioni, ed estranei nemici crollarono il trono del primo Paleologo. Finchè la spada di Carlo gli stette sospesa sul capo, corteggiò