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dell'impero romano cap. lxv. 413

salda materia, potea lanciare una palla di terra, o di ferro con violenza e rapidità impareggiabili. La vera epoca in cui venne adattata la polvere all’uso dell’armi1, si è perduta in mezzo ad incerte tradizioni e ad equivoche dilucidazioni, ma sembra bastantemente provato che l’uso della medesima si conoscea verso la metà del secolo XIV, e che prima del finir del medesimo, l’artiglieria veniva continuamente adoperata nelle battaglie e negli assedj, per terra e per mare, dai popoli dell’Alemagna, dell’Italia, della Spagna, della Francia e dell’Inghilterra2. È cosa affatto indifferente qual di queste nazioni se ne giovasse la prima, perchè tutte ben presto possedettero tale vantaggio in comune, ed essendo stato ridotto ad una perfezione eguale pei diversi popoli, la bilancia del potere e della scienza militare rimase nello stato in cui era prima. Tale scoperta non

  1. Il primo e secondo volume de’ Saggi chimici del Dottore Watson contengono due preziosi discorsi intorno alla scoperta e alla composizione della polvere.
  2. Intorno a ciò non possiamo gran che fidarci sull’autorità de’ moderni. È vero che il Ducange ha raccolti i passi originali (Gloss. lat., t. I, pag. 675, Bombarda); ma in mezzo alla luce dubbiosa che da questi primi Scrittori ne vien tramandata, osserviamo che le denominazioni, i contrassegni dello strepito, del fuoco, e d’altri effetti che sembrano indicare la nostra artiglieria, potrebbero ancora convenire alle macchine degli Antichi e al fuoco greco. Quanto al cannone, di cui gli Inglesi, dicesi, fecero uso alla battaglia di Crécy, l’autorità di Giovanni Villani (Cron., l. XII, c. 65) parmi contrabbilanciata dal silenzio del Froissard. Nondimeno il Muratori (Antiq. Italiae medii aevi, t. II, Dissert. 26, p. 514, 515) ne offre un passo decisivo del Petrarca (De remediis