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sima, nè di soverchio assoluta. Convertiti l’obbedienza in rispetto, i privilegi in prerogative, la libertà del Governo politico quella del Governo civile affrancò. Le città marittime dell’Istria e della Dalmazia obbedivano ai sovrani dell’Adriatico; e quando questi armarono per Alessio contra i Normanni, l’Imperatore greco non riguardò i soccorsi de’ medesimi, qual tributo che il Sovrano può aspettarsi dai sudditi, ma beneficenza di grati e fedeli confederati li reputò. Retaggio fu di questo popolo il mare1. Certamente i Genovesi e i Pisani, rivali de’ Veneti, teneano la parte occidentale del Mediterraneo, dalla Toscana a Gibilterra; ma avendo Venezia ottenuta di buon’ora una grossa parte nel commercio vantaggiosissimo della Grecia e dell’Egitto, le ricchezze di essa, a proporzione delle inchieste degli Europei, si aumentarono; le sue manifatture di cristalli e di seta, fors’anche l’instituzione della sua Banca ad una antichità la più rimota risalgono, e i frutti della comune industria nella magnificenza della Repubblica e de’ privati ammiravansi. Facea mestieri di mantenere l’onore della veneta bandiera, di vendicare ingiurie a questa inferite, o proteggerne la marittima libertà? La Repubblica potea in brevissimo

  1. V. la venticinquesima e trentesima dissertazione delle Antichità del Medio Evo del Muratori. La Storia del commercio composta da Anderson non fa incominciare il traffico de’ Veneziani coll’Inghilterra che nell’anno 1323. L’Abate Dubos (Hist. da la ligue de Cambrai, t. II, p. 443-480) offre una allettevole descrizione del fiorente stato del loro commercio e delle loro ricchezze nel principio del secolo XV.