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dell'impero romano cap. lxiv. |
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compenso che brami, o trema per te e pel tuo popolo sciagurato, se ardisci imprudentemente darmi un rifiuto.„ Ma le instruzioni segrete di cui vennero incaricati gli Ambasciadori che tal messaggio arrecavano, erano di mitigare il rigor dell’inchiesta, e di proporre un Trattato, che i Greci accettarono con sommessione e gratitudine; e in contraccambio di una tregua conceduta loro per dieci anni, promisero un tributo annuale di trentamila scudi d’oro, oltre al dolore di tollerar pubblicamente fra loro il culto di Maometto; laonde Baiazetto ebbe la gloria di mettere un Cadì e di fondare una moschea nella Metropoli della Chiesa d’Oriente1. Ciò nullameno l’irrequieto Sultano non rispettò lungo tempo la tregua, e prendendo le parti del Principe di Selimbria, Sovrano legittimo, assediò con un esercito Costantinopoli. In tale stremo, Manuele implorò la protezione del Re di Francia, inviandogli una lamentevole ambasceria che ottenne molta compassione e il soccorso di alcuni soldati spediti sotto il comando del Maresciallo di Bucicault2, al pio valore del quale erano sprone la ricordanza della sopportata cattività, e la brama di vendicarsene sugl’Infedeli. Scortato da quattro navi da guerra veleggiò ad Acquamorta verso l’Ellesponto, e superando il passaggio che diciassette turche galee difendevano, introdusse in Costantinopoli seicento armigeri e mille seicento arcieri che ei
- ↑ V. Cantemiro, p. 50-53. Duca (c. 13-15) è il solo che confessi l’istituzione di un Cadì a Costantinopoli e dissimula anche l’affare della Moschea.
- ↑ Mémoires du bon messire Jean-le-Maingre, dit Boucicault, maréchal de France, parte prima, c. 30-35.