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dell'impero romano cap. lxiv. 319

mise tutte le province, o il regno di Bitinia sino alle rive del Bosforo, o dell’Ellesponto; e la giustizia e la clemenza di un Principe che si era conciliata affezione e volontaria sommessione dai Turchi dell’Asia, dai medesimi Cristiani venne riconosciuta. [A. D. 1300 ec.] Orcano modestamente del titolo d’Emiro si contentò, e per dir vero, fra i principi di Rum e della Natolia1 ve ne erano alcuni che in militari forze lo superavano. Gli Emiri di Ghermian e di Caramania, aveano ciascuno sotto di sè un esercito di quarantamila uomini, ma situati nella parte interna delle terre ove regnarono i Selgiucidi, levarono nella storia men grido de’ santi guerrieri, che inferiori di possanza a questi Emiri, si fecero maggiormente conoscere per nuovi principati instituiti nel greco Impero. I paesi marittimi, dalla Propontide fino al Meandro e all’isola di Rodi, minacciati per tanto tempo, e sottoposti a sì frequenti devastazioni, vennero tolti per sempre al dominio greco sotto il regno del vecchio Andronico2. [A. D. 1312 ec.] Due Capi turchi, Aidino e Sarukan, s’impossessarono di più province, che chiamate co’ nomi dei loro conquistatori, passarono alla posterità, soggiogate, o rovinate. Le Sette Chiese dell’Asia, sui territorj della Lidia e della Sorìa veggonsi tuttavia calpestate da barbari padroni degli antichi monu-

    XI, 6). Dagli scritti di questo Storico apparirebbe che Nicea avesse ceduto ad Orcano nel 1330, Nicomedia nel 1339, date che però non si accordano al giusto con quelle de’ Turchi.

  1. La divisione degli Emiri turchi è tolta da due contemporanei, il greco Niceforo Gregoras (l. VII, 1) e l’arabo Marakeschi (De Guignes, t. II, parte II, pag. 76, 77). V. anche il primo libro di Laonico Calcocondila.
  2. V. Pachimero, l. XIII, c. 13.