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dell'impero romano cap. lxiv. 315

chi, fondatori di due potentissimi Imperi. Solimano-Sà, che conduceva l’antiguardo o il retroguardo dell’esercito de’ Carizmj, al passaggio dell’Eufrate annegò. Il figlio di lui Ortogrul, divenuto suddito e soldato di Aladino, pose a Surgut in riva al Sangario un campo di quattrocento tende, o famiglie, delle quali assunse il governo civile e militare, che gli durò cinquantadue anni. [A. D. 1299-1326] Da Ortogrul nacque Tamano o Atmano, il cui nome è stato cambiato in quello del Califfo Otmano, dal qual personaggio, per ben apprezzarlo, è d’uopo separare coll’animo tutte le idee di abbiezione e d’ignominia che allo stato di pastore e scorridore vanno congiunte. Otmano dotato in eminente grado di tutte le virtù di un soldato, profittò maestrevolmente delle circostanze di tempo e di luogo che la sua independenza e i successi delle sue imprese favoreggiavano. Estinta era la stirpe de’ Selgiucidi, la spirante podestà de’ principi Mongulli, e la lor lontananza lo scioglieano d’ogni soggezione; trovavasi posto sui confini del greco Impero; il Corano raccomandava il Gazi, ossia la guerra santa contro degl’Infedeli, intanto che la falsa politica di questi avendo aperti i passi del monte Olimpo, lo allettava a discendere nelle pianure della Bitinia. Perchè, fino all’epoca del regno de’ Paleologhi, i ridetti passi erano validamente custoditi dalla milizia del paese, che per un guiderdone di tal servigio godea la sicurezza dei suoi possedimenti e l’immunità da ogni tassa. L’Imperatore greco, abolendo i privilegi di queste genti, e costringendole a pagare rigorosamente il tributo, si assunse la cura di far custodire quelle gole di monti, che vennero ben presto dimenticate, e in questo mezzo que’ montanari, dianzi sì valorosi, si trasformarono