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306 | storia della decadenza |
sono rimasti vengano tolte le mostruose favole d’uomini colle teste di cane e co’ piè biforcuti, troveremo, che quindici anni dopo la morte di Gengis, i Mongulli conosceano il nome e le costumanze dei Samoiedi, abitanti quasi sotto il Cerchio polare, entro casupole sotterranee, non usi ad altra fatica fuor della caccia, che somministra ai medesimi e il nudrimento e le pellicce di cui si vestono1.
[A. D. 1227-1259] Intanto che i Mongulli e i Tartari invadeano ad un tempo la Cina, la Sorìa e la Polonia, gli autori di cotanti flagelli si compiaceano nel risapere e nell’udirsi raccontare che le loro parole erano strumento di morte. Pari ai primi Califfi, i primi successori di Gengis comparivano di rado in persona a capo dei loro eserciti vittoriosi, sulle rive dell’Onone e del Selinga; l’orda dorata, o reale offeriva l’antitesi della semplicità e della grandezza, di una mensa solo imbandita di pecora arrostita e di latte di cavalla, e di cinquecento carra d’oro e d’argento in un sol giorno distribuite. I Principi europei ed asiatici si videro costretti ad inviare ambasciadori al Gran Kan, o ad imprendere eglino stessi a tal fine lunghi e penosissimi viaggi. Il trono e la vita de’ Gran Duchi di Russia, dei Re di Georgia e d’Armenia, de’ Sultani d’Iconium, e degli Emiri della Persia dependeano da un gesto del Gran Kan de’ Tartari. Benchè i figli e i pronipoti di Gengis fossero stati avvezzi alla vita pastorale, videsi a poco a poco ingrandire il villag-
- ↑ V. in Ackluyt la relazione di Carpino, vol. I, p. 30. Abulgazi ne offre la genealogia dei Kan della Siberia (part. 8, p. 485-495). Gli stessi Russi non hanno trovata una qualche Cronaca tartara a Tobolsk?