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che i Barbari fossero penetrati nella città, le donne e i fanciulli avrebbero bastato per opprimerli dall’alto dei terrazzi di Bagdad. Ma appena Holagoù ebbe avvicinata la mano al fantasma, questo in fumo si dissipò; dopo due mesi d’assedio, presa d’assalto, e saccheggiata dai Mongulli la città di Bagdad, il feroce lor comandante pronunziò la sentenza del Califfo Mostasem, ultimo successore temporale di Maometto, e la cui famiglia discesa da Abbas, avea tenuti per più di cinque secoli i troni dell’Asia. Comunque vaste fossero le mire del conquistatore, il deserto dell’Arabia protesse contro la sua ambizione le città sante della Mecca e di Medina1. Ma i Mongulli spargendosi al di là del Tigri e dell’Eufrate, saccheggiarono Aleppo e Damasco, e minacciarono unirsi ai Franchi per liberare Gerusalemme. L’ultima ora dell’Egitto sarebbe sonata, se questa contrada non avesse avuti migliori difensori degl’inviliti suoi figli; ma i Mammalucchi che respirata aveano, durante la giovinezza, l’aria vivifica della Scizia, pareggiavano i Mongulli in valore, in disciplina li superavano; [A. D. 1242-1272] assalito per più riprese in regolare battaglia il nemico, volsero il corso di questo impetuoso torrente al levante dell’Eufrate e sui regni dall’Armenia e della Natolia, che all’impeto di questa invasione non avean riparo da opporre. Il primo dei due regni ai Cristiani, ai Turchi per-

  1. Alcuni storici Cinesi estendono le conquiste fatte da Gengis sino a Medina, patria di Maometto (Gaubil, p. 42); asserzione atta quanto mai a provare l’ignoranza di quei popoli su tutto ciò che alla storia del loro paese non si riferisce.