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dell'impero romano cap. lxiv. 289

Latini1; ognuna delle quali nazioni è degna di fede allorchè racconta o sofferti svantaggi, o sconfitte2.

[A. D. 1210-1214] Le armi di Gengis e de’ suoi capitani sottomisero a mano a mano tutte le orde del deserto, che stavano accampate tra il muraglione della Cina ed il Volga. L’Imperatore Mongul, divenuto Monarca del Mondo pastorale, comandava a più milioni di guerrieri pastori, superbi della loro lega, e impazienti di sperimentare le loro forze contro i ricchi e pacifici abitatori del Mezzogiorno. Già stati tributarj degli Imperatori cinesi, gli antenati di Temugino, egli stesso umiliato erasi a ricevere da essi un titolo d’onore e di servitù. Qual si fu la sorpresa della Corte di Pechino in veggendo venire a sè un’ambasceria

  1. Mattia Paris, fondandosi sopra autentici documenti, ha narrati i terrori e i pericoli dell’Europa. V. il suo voluminoso indice alla parola Tartari. Due frati, Giovanni de Plano Carpini e Guglielmo Rubruquis, e il Nobile veneto Marco Polo, mossi da zelo, ovvero da curiosità, visitarono nel secolo decimoterzo la Corte del Gran Kan. Le relazioni latine de’ due primi leggonsi inserite nel primo volume di Hackluyt; l’originale italiano, o la traduzione della terza si trova nel secondo tomo del Ramusio (Fabricius, Bibl. lat. medii aevi, t. II, p. 198, t. V, p. 25).
  2. Il Signor De Guignes nella sua grande Storia degli Unni ha ragionato fondatamente sopra Gengis-kan e i suoi successori (V. t. III, l. XV-XIX, e negli articoli de’ Selgiucidi di Rum, t. IV, l. XI, de’ Carizmj, l. XIV, e de’ Mammalucchi, t. IV, l. XXI, e anche le Tavole del primo volume). Comunque l’Autore dia saggio ivi di molta istruzione ed esattezza, non ne ho tolto che alcune osservazioni generali, e alcuni passi di Abulfeda, il testo de’ quali non è ancora stato tradotto dall’arabo.