278 |
storia della decadenza |
|
versaria. I Veneziani, fiancheggiati dai Catalani loro collegati, aveano il vantaggio del numero, perchè la loro flotta, compresovi il debole soccorso di otto galee di Bisanzo, andava composta di settantacinque vele, mentre i Genovesi non ne contavano più di sessantaquattro. Ma i vascelli da guerra di questi oltrapassavano, in quel secolo, di forza e grandezza le navi di tutte le altre Potenze marittime. Comandava la flotta de’ primi il Pisani, quella de’ secondi il Doria, uomini, le famiglie e i nomi de’ quali tengono onorevole sede ne’ fasti della lor patria; ma l’ingegno e la fama del Doria oscuravano i meriti del suo rivale. Incominciò la pugna nel momento di una tempesta, e durò tumultuosamente dall’aurora sino alla notte. I nemici de’ Genovesi dan lode al valore di questi; ma la condotta de’ Veneziani nè manco ottenne l’approvazione de’ loro amici; entrambe le parti furono unanimi negli encomj tributati alla maestria e al valore de’ Catalani, che coperti di ferite sostennero il maggior impeto della zuffa. Al separarsi delle due flotte potea dubitarsi, qual fosse la vincitrice. Benchè se i Genovesi perdettero tredici galee, prese o mandate a fondo, per parte loro ne distrussero ventisei, due de’ Greci, dieci de’ Catalani, e quattordici de’ Veneziani. Il mal umore dei vincitori, diè a divedere uomini avvezzi a contare sopra vittorie più luminose: ma il Pisani venne a confessare la propria sconfitta col riparare ad un porto affortificato, d’onde, col pretesto di obbedire agli ordini della sua repubblica, veleggiò cogli avanzi di una flotta fuggitiva e posta in disordine, all’isola di Candia, lasciando il mare libero ai suoi nemici.