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glorioso, nè più fortunato di quello dell’avo1. Non godè che per pochi istanti, e misti di amarezza, i frutti della sua ambizione. Spogliatosi nell’ascendere il trono, di quanto dell’antica popolarità rimanevagli, allora i difetti dell’indole sua si scorsero più chiaramente. I lamenti del pubblico contro di lui lo costrinsero a guerreggiare in persona i Turchi; nè nell’istante del pericolo difettava già di coraggio; ma dalla sua spedizione non riportò miglior trofeo di una ferita, e gli Ottomani vincitori consolidarono vie più la loro monarchia. Giunti all’estremo i disordini della amministrazione civile, la sprezzante negligenza con cui Andronico riguardava le consuetudini della nazione, lo trasse ad introdurre riforme nel modo di vestire del paese, cosa che i Greci deplorarono, come funesto sintomo dello scadimento dell’Impero. Gli stravizj della gioventù gli avevano affrettata l’età de’ malori; onde riavutosi appena, fosse per opera della natura, o de’ medici, o d’un miracolo della Beata Vergine, da una pericolosissima infermità, morì quasi d’improvviso giunto al quarantacinquesimo anno della sua vita. Ebbe due mogli, alemanna l’una, italiana l’altra, perchè i progressi de’ Latini, così nell’arti come nella guerra, aveano mitigati i pregiudizj della Corte di Bisanzo. La prima di queste, conosciuta nella sua patria col nome d’Agnese, e con quello d’Irene in Grecia, era figlia del Duca di Brunswick. Il padre della medesima2, picciolo Sovra-

  1. Cantacuzeno (l. II, c. 1-40, p. 191-339) e Niceforo Gregoras (l. IX, c. 7; l. XI, c. 11, pag. 262-371) hanno scritta la Storia del regno d’Andronico il Giovane incominciando dalla rinunzia dell’avo.
  2. Agnese, o Irene era figlia del Duca Enrico il Maravi-