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228 storia della decadenza

del Marchese di Monferrato; e il figlio e due pronipoti del medesimo conservarono tranquillamente il vasto patrimonio, che o per un miracolo di buona condotta, o per fortuna era stato acquistato dal Capo di lor famiglia1, sino al momento in cui l’erede di tale famiglia contrasse tai nozze, che senza distoglierlo dalle mani de’ Francesi lo trasportarono nel ramo primogenito della Casa di Brienne. Gualtieri di Brienne, nato da questo maritaggio, e succeduto alla madre nel ducato d’Atene, prese al suo servigio alcuni mercenarj Catalani, che presentati di feudi dal Gran Duca, lo fecero padrone di più di trenta castelli, spettanti dianzi a diversi Nobili, o vassalli del principato d’Atene, o che solamente vi confinavano. Avvertito Gualtieri dell’avvicinamento e delle intenzioni della Grande Compagnia adunò settecento cavalieri, seimila sergenti, e circa ottomila uomini di fanteria, a capo delle quali truppe corse incontro al nemico sino alle rive del Cefiso in Beozia. Comunque le forze dei Catalani non sommassero che a tremila cinquecento uomini a cavallo, e a quattromila fanti, la buona disciplina e l’astuzia lor tenea luogo di numero; laonde avendo essi innondati artifizialmente i dintorni del proprio campo, e il Gran Duca, seguìto dai suoi

    parla di queste assurde favole col disprezzo che ad esse è dovuto. I Latini chiamavano per corruzione il signor di Tebe Megas Kurios, o Gran Sire.

  1. Quodam miraculo, dice Alberico. Fu forse per merito di Michele il Coniate, Arcivescovo, che avea difesa Atene contro il tiranno Leone Sguro (Niceta, in Balduino). Michele era fratello dello storico Niceta, e il suo elogio di Atene conservasi ancor manoscritto nella Biblioteca Bodleana (Fabr., Bibl. graec. t. VI, p. 405).