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dell'impero romano cap. lxii. |
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quista di Costantinopoli, una moltitudine di tirannetti si disputò la venerabile greca contrada. Le sue antiche città erano in preda a tutti i mali delle guerre civili e straniere, senza che i vantaggi almeno del genio e della libertà li confortasse; a tal che, se la servitù è da preferirsi all’anarchia, la Grecia non dee dolersi di riposare sotto il giogo degli Ottomani. Non mi accingerò presentemente a tessere l’oscura storia delle diverse dinastie che successivamente sorsero e caddero sul continente e nell’isola, ma un senso di gratitudine verso il primitivo soggiorno delle Muse e della filosofia dee far sì che ciascun istrutto leggitore prenda parte al destino di Atene1. Nel parteggiamento dell’Impero, il principato di Atene e di Tebe era stato dato in ricompensa ad Ottone De la Roche, nobile guerriero della Borgogna2, che governò col titolo di Gran Duca3, al qual titolo i Latini attribuivano un particolare significato, e i Greci una ridicola origine che fino ai giorni di Costantino ascendea4. Il ridetto Ottone seguiva gli stendardi
- ↑ V. la Storia del laborioso Ducange, e l’accurata tabella delle dinastie francesi; ove trovansi raccolti i trentacinque passi della stessa Storia che citano i Duchi d’Atene.
- ↑ Il Villehardouin in due luoghi, fa menzione onorevole di Ottone De la Roche (n. 151-235), e nel primo d’essi il Ducange aggiugne tutto quanto si è potuto sapere intorno alla persona e alla famiglia di questo Duca d’Atene.
- ↑ Da questi Principi latini del secolo XIV il Boccaccio, il Chaucer, il Shakespeare, hanno tolto il loro Teseo, Duca di Atene. Un secolo ignorante attribuisce ai tempi i più remoti la propria lingua e i proprj costumi.
- ↑ Non in diversa guisa Costantino ha dato un Re alla Sicilia, alla Russia un magnus dapifer dell’Impero, a Tebe il primicerius. Il Ducange (ad Niceph. Gregor., l. VII, c. 5)