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dell'impero romano cap. lxii. 211

carni salate, per timor d’un assedio che per parte delle potenze occidentali si vedea minacciato. Il più formidabile fra i vicini dell’Imperator greco era il Monarca delle due Sicilie, ma sintanto che Manfredi, figlio naturale di Federico II, stava in quel trono, gli Stati di questo principe divenivano baluardo, anzi che oggetto d’inquietudine ai principi d’Oriente. Benchè industre e valoroso l’usurpatore Manfredi, separato dalla causa de’ Latini, e percosso dai successivi anatemi di molti Papi, avea bastanti brighe per difendere sè medesimo, intantochè la Crociata bandita contro di questo immediato nemico di Roma, tenea in faccende gli eserciti che avrebbero potuto assediare Costantinopoli. [A. D. 1270] Il fratello di S. Luigi, Carlo Conte di Angiò e di Provenza, che condusse a tale santa spedizione la cavalleria della Francia1 fattosi vendicatore di Roma, la corona delle due Sicilie in premio ne riportò. Venuto Manfredi in odio ai suoi sudditi cristiani, si vide costretto a chiamare sotto i proprj stendardi una colonia di Saracini che, sotto la protezione del padre di lui Federico, stanziata erasi nella Puglia; odioso espediente, che rende ragione della diffidenza con cui il guer-

  1. Le più esatte narrazioni della conquista di Napoli fatta da Carlo d’Angiò, le più contemporanee all’impresa, e ad un tempo compiute e dilettevoli, si trovano nelle Cronache fiorentine di Ricordano Malaspina (175-193), e di Giovanni Villani (l. VII, c. 1-10, 25, 30) pubblicate dal Muratori nell’ottavo e tredicesimo volume degli Storici dell’Italia; questo medesimo Scrittore ha compilati ne’ suoi Annali (t. XI, p. 56-72) questi grandi avvenimenti raccontati ancora nella Istoria civile del Giannone (t. II, l. XIX, t. III, lib. XX).