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210 | storia della decadenza |
tra i persecutori chi non debba aspettarsi di essere scopo all’odio delle sue vittime. Ma hanno la maggior parte un qualche compenso, se non nella testimonianza della propria coscienza, almeno negli encomj de’ lor partigiani, e fors’anche nel buon successo de’ feroci atti operati. Michele, l’ipocrisia del quale non avea impulso che dai fini di una crudele politica, era costretto ad odiare sè medesimo, a disprezzare i suoi complici, a stimare ed invidiare quei coraggiosi ribelli, che lo aveano a vile ed abborrivano nel tempo stesso. Intanto che gli abitanti di Costantinopoli per la sua barbarie lo detestavano, i Romani lo accusavano di lentezza e di doppia fede, talchè finalmente il Pontefice Martino escluse dalla comunion de’ fedeli cotesto uomo adoperatosi con tanto entusiasmo a restituire al suo pastore un ovile scismatico. [A. D. 1283] Dopo la morte del tiranno, abbiurata per consenso unanime di tutti i Greci l’unione delle due Chiese, vennero purificati i templi, ribenedetti i penitenti, e Andronico, versando copiose lagrime sui falli della sua gioventù, negò pietosamente alle ceneri del padre le esequie solite tributarsi ad un Principe e ad un Cristiano1.
[A. D. 1266] Il Paleologo ordinò si riedificassero e munissero le torri di Costantinopoli; che i Latini in mezzo alle sofferte calamità aveano lasciato cadere in rovina, e le fece copiosamente provvedere di grani e
- ↑ V. Pachimero (l. VII, c. 1-11-17). Il discorso tenuto da Andronico il Vecchio (l. XII, c. 2), è un monumento degno di curiosità, servendo a provare che se i Greci erano schiavi dell’Imperatore, questi non soggiacea meno alla superstizione e alla tirannide del Clero.