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della quale fu la vittoria per gli Arseniani. In quel tempo la parte vinta del clero dovette astenersi per quaranta giorni dagli uffizj ecclesiastici; ad una leggiera penitenza si sottomisero i laici, e deposto il cadavere di Arsenio nel Santuario, in nome del Santo defunto, il Principe e il popolo ricevettero l’assoluzione dei peccati de’ loro padri1.

[A. D. 1259-1282] Il delitto di Paleologo, non avendo avuto altro motivo, o almen pretesto che l’innalzamento della sua famiglia, egli fu sollecito di assicurarne la successione al trono, col far partecipe degli onori della porpora il suo primogenito. [A. D. 1273-1332] Andronico, soprannominato indi il Vecchio, venne coronato e acclamato Imperator de’ Romani, nel sedicesimo anno dell’età sua, titolo augusto che ei portò durante un regno, lungo quanto povero di gloria, nove anni, come collega del padre, cinquanta come successor del medesimo. Lo stesso Michele sarebbe stato creduto più meritevole del trono se asceso mai non vi fosse; perchè le fazioni de’ nemici spirituali e domestici breve tempo gli concedettero, onde adoperarsi alla propria glo-

    nel raccontare questa prova miracolosa, e cita con eguale disprezzo una trama degli Arseniani, che si adoprarono a nascondere una rivelazione entro il sepolcro di qualche antico Santo (l. VII, c. 13); ma fa poi ammenda di tale sua incredulità co' successivi racconti di una Immagine che piange, di un'altra che manda sangue (l. VII, c. 30), e della cura miracolosa di un uomo sordo e muto dalla nascita (lib. XI, cap. 32).

  1. Pachimero ha sparsa per tutti i suoi tredici libri la storia degli Arseniani; ma ha lasciata la cura di narrare la loro riunione e il loro trionfo a Niceforo (l. VII, 9), che non sentiva per essi nè amore, nè stima.