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dell'impero romano cap. lxii. | 177 |
CAPITOLO LXII.
Gl'Imperatori greci di Nicea e di Costantinopoli. Innalzamento e regno di Michele Paleologo. Finta riconciliazione del medesimo col Papa e colla Chiesa latina. Divisamenti ostili del Duca d'Angiò. Ribellioni della Sicilia. Guerra dei Catalani nell'Asia e nella Grecia. Sommossa di Atene, e stato presente di questa città.
Il dispetto di avere perduta Costantinopoli rianimò alcun poco il vigore de’ Greci. I Principi e i Nobili, dimenticato il lusso de’ lor palagi, corsero all’armi, e i più forti, o i più abili di questi s’impadronirono degli avanzi della monarchia. Sarebbe difficil cosa il trovare ne’ lunghi e sterili volumi degli Annali di Bisanzo1 due principi degni di essere paragonati a Teodoro Lascaris, e a Giovanni Duca Vatace2,
- ↑ Non abbiamo per descrivere i regni degl’Imperatori di Nicea, e principalmente di Vatace e del figlio di lui, altro Scrittore contemporaneo che Giorgio Acropolita, ministro d’entrambi i nominati Principi; però Giorgio Pachimero era tornato insieme co’ Greci a Costantinopoli in età di diciannove anni (Hankius, De Script. byzant., c. 33, 34, p. 564-578; Fabricius, Bibl. graec., t. VI, pag. 448-460). Oltrechè, la Storia di Niceforo Gregoras, benchè scritta nel quattordicesimo secolo, è un’eccellente relazione di tutti gli avvenimenti accaduti incominciando dall’epoca di Costantinopoli presa dai Latini.
- ↑ Niceforo Gregoras (l. II, cap. 1) fa distinzione tra la οξεια ορμη impetuosità di Lascaris, e la ευσταθεια fermezza di Vatace. Entrambi i ritratti sono effigiati a dovere.