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dell'impero romano cap. lxi. 163

rami della medesima, il primo di Edessa, il secondo di Francia, il terzo d’Inghilterra, ultimo e solo sopravvissuto alle vicissitudini di otto secoli.

[A. D. 1020] Laddove il commercio non ha per anche versate le sue ricchezze, laddove la luce del sapere non penetrò a sgombrare le tenebre del pregiudizio, le prerogative della nascita con maggior forza colpiscono le menti degli uomini, e ne ottengono venerazione. In tutti i secoli, le leggi e gli usi dei Germani hanno distinti diversi gradi nella società; laonde i Duchi e i Conti che si divisero fra loro l’Impero di Carlomagno, istituirono ereditarj i loro uffizj, e in legato ai proprj figli trasmisero il loro onore, la loro spada. Le famiglie, anche più vanagloriose nel pretendere ad antica nobiltà, vedono con rassegnazione perduto in mezzo all’oscurità del Medio Evo il ceppo del loro albero genealogico, le cui radici, comunque profonde, certamente in un plebeo mettono capo; nè v’è genealogista, che non sia costretto a discendere dieci secoli dopo l’Era cristiana, per iscoprire in ordine a ciò qualche indizio, dedotto dai soprannomi, dagli stemmi, e dagli archivj. I primi crepuscoli di questa luce ci mostrano un Athon1, cavaliere francese, di una nobiltà provata

    ford, 1735, in folio. La prima parte è tolta da Guglielmo di Tiro, la seconda dalla Storia di Francia del Bouchet; la terza da diverse memorie pubbliche e particolari dei Courtenai della Contea di Devon. Il Rettore di Honiton, si mostra più condotto da gratitudine che da secondi fini, e più da secondi fini che da discernimento.

  1. I primi schiarimenti intorno a questa famiglia è un passo del continuatore di Aimoin, frate di Fleury, scrittore del dodicesimo secolo. V. la sua Cronaca negli storici di Francia, t. XI, p. 276.