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160 | storia della decadenza |
cecità furono il retaggio del nono e del decimo secolo, può dirsi ancora che le favole1 e le assurdità, il tredicesimo e il quattordicesimo contrassegnarono.
I Popoli settentrionali del Nort, che conquistarono l’Impero Romano, divenuti Cristiani, e coltivatori di fertili terreni insiem co’ nativi, a poco a poco si cofusero con essi, e le antiche arti richiamarono a vita. All’avvicinarsi del secolo di Carlomagno, già le loro istituzioni incominciavano ad acquistare un certo grado di ordine e di consistenza, allorchè i Normanni, i Saraceni2 e gli Ungaresi, novelli sciami di barbari invasori, nel primo stato di anarchia e di barbarie immersero l’Occidente di Europa; seconda tempesta, che verso il principio dell’undicesimo secolo, sedarono l’espulsione, o la conversione de’ nemici del Cristianesimo. La civiltà, che da sì lungo tempo parea sminuirsi e ritirarsi dall’Europa, tornò con costante rapidità a dilatarsi, schiudendo un nuovo campo di belle prove e di generosi sforzi alla nascente generazione. Laonde, convenendo io che le arti ebbero progressi rapidi e luminosi ne’ due secoli delle Crociate, non ne attribuisco a queste, siccome certi filosofi, il merito; anzi opino avere esse tardati più che affrettati gli a-
- ↑ Non però intorno ai dogmi fondamentali contenuti nel Vangelo, e svolti dai Concilj. La buona critica, pur troppo poco più recente di un secolo ci ha mostrati gl’inganni corsi in alcune leggende. (Nota di N. N.)
- ↑ Se fra le nazioni barbare annovero i Saraceni, gli è in rispetto alle loro guerre, o piuttosto correrie nell’Italia e nella Francia, il solo scopo delle quali erano il saccheggio e la devastazione.