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zione della Santa Cresima, o dell’unzione battesimale. I Vescovi portavano al dito un anello, come sposi spirituali della loro Chiesa; i preti si radevano la barba, e battezzavano con una semplice immersione; tai sono i delitti che infiammarono lo zelo dei Patriarchi di Costantinopoli, e de’ quali collo stesso fervore i dottori latini cercavano di scolparsi1.

[A. D. 857-886] La superstizione e l’odio nazionale contribuiscono in segnalata guisa ad invelenire i dispareri, anche sulle cose più indifferenti; ma lo scisma de’ Greci ebbe per sua cagione immediata la gelosia de’ due Pontefici. Il Romano, sostenendo la supremazia dell’antica Metropoli, pretendea non avere altro eguale nel mondo Cristiano; quello della Capitale regnante voleva essergli eguale e ricusava di riconoscere un superiore. Verso la metà del nono secolo, un laico, l’ambizioso Fozio2, capitano delle guardie, e primo segretario dell’Imperatore, ottenne, o fosse merito di lui, o grazia del Principe, la molto più desiderabile dignità di Patriarca di Costantinopoli. Fornito di cognizioni superiori al rimanente del Clero, anche nella scienza ecclesiastica, immune da taccia per la purezza dei suoi costumi, solamente la fretta posta nell’assumere gli Ordini sacri, e l’irregolarità del suo innal-

  1. I documenti originali dello scisma, e le accuse mosse dai Greci contra i Latini trovansi nelle Lettere di Fozio (Epist. Encyclica, II, pag. 47-61) e di Michele Cerulario (Canisii antiq. Lectiones, t. III, part. I, pag. 281-324, ediz. Basnage colla prolissa risposta del Cardinale Umberto).
  2. L’opera i Concilj (ediz. di Venezia) contiene tutti gli atti de’ Sinodi e la storia di Fozio. I compendj del Dupin e del Fleury lasciano leggermente conoscere, ove stesse la ragione, ove il torto.