138 |
storia della decadenza |
|
aperte al valore di semplici privati le vie de’ troni di Gerusalemme e di Costantinopoli. La sovranità titolare di Gerusalemme apparteneva a Maria figlia di Isabella e di Corrado di Monferrato, e pronipote di Almerico, o di Amauri. Il pubblico voto, e una sentenza di Filippo Augusto, le aveano dato in isposo Giovanni di Brienne, uscito di una nobile famiglia della Sciampagna, e additato siccome il più valoroso fra i difensori di Terra Santa1. Nella quinta Crociata, condottiero di centomila Latini portatosi alla conquista dell’Egitto, terminò l’assedio di Damieta coll’impadronirsi di questa Fortezza; i disastri che succedettero a tale resa, vennero unanimamente attribuiti all’avarizia e all’orgoglio del Legato Pontifizio. Dopo aver data in isposa la propria figlia a Federico II2, l’ingratitudine dell’Imperatore lo costrinse ad accettare il comando delle truppe della Chiesa: perchè comunque avanzato negli anni e privato della sua corona, il valente e generoso Giovanni di Brienne ognor pronto mostravasi a brandire la spada, se l’utile della Cristianità lo chiedeva. Non avendo regnato che sette anni Roberto di Courtenai, il fratello di lui Baldovino non poteva essere uscito ancor dell’infanzia, e intanto i Baroni di Ro-
- ↑ Rex igitur Franciae, deliberatione habita respondit nuntiis, se daturum hominem Syriae partibus aptum; in armis probum (prode), in bellis securum, in agendis providum. Johannem comitem Brennensem (Sanut., Secret. fidel., l. III, part. XI, c. 4, p. 205, Mattia Paris, p. 159).
- ↑ Il Giannone (Istoria civile, t. II, l. XVI, p. 380-385) parla lungamente intorno al maritaggio di Federico II colla figlia di Giovanni di Brienne, e la doppia unione delle corone di Napoli o di Gerusalemme.