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10 storia della decadenza

prete1 Ma i principi ortodossi di Roma agl’impulsi della sua temporale politica naturalmente cedettero; e il filioque che Leone desiderava cancellato2, venne aggiunto nel Simbolo e cantato nella Liturgia del Vaticano. I simboli di Nicea e di S. Atanasio furono d’allora in poi riguardati come parte della Fede cattolica, indispensabilmente necessaria all’eterna salute, e tutti i Cristiani d’Occidente, sieno Romani, sieno Protestanti, percossi dagli anatemi dei Greci, li restituiscono a chiunque ricusa credere che lo Spirito Santo procede, così dal padre come dal figlio. Tali articoli di fede non lasciano possibilità d’accomodamento; bensì le regole di disciplina, nelle chiese lontane e independenti, a variazioni debbono

  1. I Missi di Carlomagno sollecitarono vivamente il Pontefice, affinchè chiarisse dannati senza remissione tutti coloro che rifiutavano il filioque, o almeno la sua dottrina. Tutti, rispose il Papa, non hanno la capacità di raggiugnere colla mente altiora mysteria; qui potuerit et non voluerit, salvus esse non potest (Collect., Concil. t. IX, pag. 277-286). Il potuerit lasciava grandi aiuti alla salute delle anime.
  2. Non può dirsi che Leone III, che viveva nel principio del secolo nono, volesse precisamente cancellare il filioque ammesso dai Concilj provinciali di Spagna, e da Leone I Vescovo di Roma; egli solamente non voleva, che si aggiugnesse il filioque al Credimus ec. di Costantinopoli, e che si cantasse nelle chiese. In conclusione, comunque egli abbia creduto la procedenza dello Spirito Santo dal Padre ed anche dal figlio, fu ammessa, creduta dalla Chiesa, Latina, ed integrata al popolo, fino dal quinto secolo, ed il Concilio generale di Lione l’anno 1274 finalmente aggiunse il filioque al Credimus ec., del Concilio generale di Costantinopoli, e perciò ogni buon credente della Chiesa Latina, crede anche nella ultima aggiunta del filioque. (Nota di N. N.)